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CREATIVITÀ: per trasformare esperienze. Come può farci vivere meglio?

12 Ott 2018 - Spunti & Risorse

CREATIVITÀ: per trasformare esperienze. Come può farci vivere meglio?

LA CREATIVITÀ AIUTA A TRASFORMARE LE ESPERIENZE

All’inizio di una nuova esperienza si entra a contatto con luoghi, persone e abitudini nuove. Le novità portano spesso con sé crescita ed evoluzione. Ad esempio un nuovo lavoro,, una promozione o una nuova relazione. Altre volte, invece, emozioni negative prendono il sopravvento: paura, ansia, sensazione di essere soli e indifesi.

Imparare ad usare la nostra creatività, può aiutare a farci vivere meglio una nuova esperienza perché ha il potere di far luce sul lato positivo e costruttivo dell’esperienza. A volte può bastare creare connessioni.Qui darò alcuni spunti su come fare.

Mi è capitato di iniziare una nuova collaborazione di lavoro fuori città: nuova sveglia alle 5.30, nuova strada, nuovi mezzi di trasporto. Nonostante fossi felice ed entusiasta, spesso mi capitava di vivere una sensazione opposta: la solitudine. Mi sentivo solo quando facevo colazione, quando pedalavo al buio senza il traffico o quando ero in treno. Una solitudine diversa da quando si vive lontano dagli affetti o si perde una persona cara ma per certi versi molto simile. Dentro di me sapevo di essere contento ma al mattino avvertivo una strana solitudine, spesso fastidiosa perché mi abbassava l’umore, il tono e le energie della giornata. Come fare?

GESTIRE O TRASFORMARE?

Oltre a gestire le emozioni con l’ Intelligenza Emotiva, come già parlato in un altro articolo sulla tristezza, puoi provare a trasformarle ricorrendo alla creatività:

la creatività è mettere in connessione le cose (Steve Jobs)

Lo diceva Steve Jobs mentre inventava il primo lettore ipod o iphone, mettendo in connessione i bisogni dell’uomo con i vantaggi della tecnologia. Noi, possiamo farlo con le esperienze di vita. Come?

METTERE IN CONNESSIONE

Nella strada tra casa e stazione ho iniziato ad ascoltare, guardare e sentire ciò che orecchie, occhi e naso coglievano nell’istante: il canto del pettirosso, il panettiere in pausa lavoro, il profumo del pane caldo, la voce di Lucio Battisti da un’autoradio.

Immediatamente ho lasciato da parte emozioni negative: le ho trasformate in qualcosa di positivo, creando connessioni con ricordi del passato e godendomi pensieri ed emozioni del presente. Ho ricordato le passeggiate nei boschi con mio papà e i suoi racconti sul pettirosso solitario che ama svegliarsi presto e cantare in solitudine. Il panettiere mi ha fatto pensare all’importanza di molti lavori notturni, offrono servizi a una società che vive di giorno. Nell’attesa del semaforo verde, ascoltare Lucio Battisti provenire dall’autoradio di un’auto, mi ha fatto sorridere: ho ricordato di quando a 6 anni la cantavo a squarciagola sul divano, sbagliando alcune parole. Poi ho iniziato a cantarla in bici.

In quel preciso istante, mentre attraversavo l’affascinante ponte Tadi, non mi sentivo più solo: avevo trasformato la mia esperienza di vuoto e solitudine in ricchezza interiore e appagamento. Ho elaborato la mia esperienza sensoriale negativa in un’esperienza mentale e percettiva positiva, attingendo a ricordi, valori e bisogni. 

La percezione e la creatività, sono potenti processi mentali. Secondo Bruner.

l’uomo elabora, cioè trasforma gli stimoli ambientali seguendo significati e bisogni personali o culturali.

Possiamo, quindi, creare il nostro benessere attingendo ai significati delle nostre esperienze passate per trasformare quelle presenti.

CREATIVITÀ INTENZIONALE

La creatività secondo Edward De Bono, invece, possiamo attivarla e adoperarla in modo intenzionale e consapevole: se ho bisogno di trasformare un’esperienza negativa in positiva o da nuova a utile, posso farlo con la creatività intenzionale e consapevole.

“Senza la creatività non siamo in grado di utilizzare e trasformare informazioni ed esperienze, racchiuse in vecchi e rigidi modelli di pensiero”  E. De Bono.

Come? Riflettendo, pensando e prendendoci una pausa per creare connessioni positive e costruttive tra passato e presente, dove il passato diventa una risorsa per il benessere futuro e non un motivo per lamentarci e restare fermi.

Se stai iniziando un nuovo lavoro che non ti piace, ad esempio, il mio consiglio è quello di creare una connessione con il futuro e chiedersi: a cosa può servirmi questo lavoro per il futuro? Quali capacità, risorse, contatti posso acquisire per realizzare i miei progetti?

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