PROBLEMI: grazie di esistere. L’ esperienza stimola la creatività. Come trasformare problemi in opportunità?
20 Feb 2019 - Spunti & Risorse
Un giorno ero in auto con Piero. Diretti verso un rifugio di montagna per un corso esperienziale di crescita personale e professionale sullo sviluppo di competenze di leadership: conoscersi nella natura, risolvere problemi, cooperare e collaborare con gli altri per essere leader nella vita e a lavoro.
Prima di arrivare al rifugio, ecco sorgere un problema. Un imprevisto che ci mette alla prova. Non lo abbiamo risolto ma trasformato in opportunità di crescita.
Noi affrontiamo costantemente enormi opportunità – perfettamente mascherate da problemi insolubili. (Margaret Mead)
Come smascherare problemi, trasformarli in opportunità e imparare dall’esperienza? Anche stavolta la creatività ci aiuta: stimolata da esperienza, osservazione e riflessione. Condivido qui il racconto, suggerimenti, metodi e spunti di riflessione.
IMPREVISTO NON PREVISTO
In viaggio verso il rifugio, quel giorno c’era neve. A un certo punto, l’auto inizia a slittare e decidiamo di fermarci per montare le catene. Io non lo avevo mai fatto e l’ultima volta di Piero risaliva a 30 anni prima. Esco dall’auto: c’è silenzio assoluto. I fiocchi di neve si appoggiano sugli occhiali. Sciogliendosi limitano la mia vista. Abbasso la testa per evitarne altri.
Apro il contenitore delle catene, ancora imballato e nuovo di zecca. P. prende l’iniziativa e si piega sulle ginocchia per avvolgere le catene alla ruota. Io leggo ad alta voce le istruzioni, sfogliando il libretto senza guanti. Le mani si congelano e il libretto di carta inizia a bagnarsi: “Perché non lo hanno plastificato sapendo che le catene si usano quando nevica?” – Prime domande annunciano nervosismo, a cui troverò risposta alla fine.
Le pagine si incollano tra loro e ho difficoltà a girarle. Alcune si strappano. Il tempo passa, Piero non trova il gancio rosso indicato sulle istruzioni. Siamo in ritardo di 20 min. Gli altri ci staranno aspettando al parcheggio, per risalire a piedi il sentiero verso il Rifugio. Il tempo scorre.
Decidiamo di non chiamare e restare concentrati su compito e obiettivo: montare due catene e proseguire in sicurezza. Piero, può essere mio papà: persona calma, gentile e riservata. Inizio a sentire la sua voce diversa, forse un po’ agitata. Ci conosciamo da soli 50 minuti, io sono imbarazzato: non so montare le catene, sono impreparato e poco organizzato. E adesso sono pessimista: “non ce la faremo mai ad arrivare in tempo”. – esclamo. “Dai, tieni fermo qui. Dov’è il gancio rosso?” – Piero mi riporta al presente. Divento più imbranato del solito. “Ecco, questa è andata. Proviamo con la seconda”.
La seconda catena, peggio della prima. Un gancio è attorcigliato all’altro, forse è difettata. Ci accorgiamo che il tempo passa e la calma inizia ad avere un limite. Soluzione: ripartiamo con una sola catena. Il telefono squilla, siamo gli ultimi. Venti persone ci aspettano.
Arriviamo al parcheggio e scopriamo che gli altri ci aspettavano a soli 2 km più avanti. Conclusione: le catene potevano restare chiuse nella loro scatola. Cosa ci insegna questa esperienza? Prima di trarre conclusioni affrettate, catastrofiche e auto-accusatorie, dobbiamo conoscere un metodo efficace. Partiamo da questa domanda:
SI PUÒ IMPARARE DALL’ESPERIENZA?COME?
Apprendere dall’esperienza è possibile. Esperti dello sviluppo umano (come Piaget, Kolb, Dewey) sostengono che l’esperienza aiuta a conoscere, imparare e svilupparsi. E la conoscenza offre stimoli per la creatività.
Gli esseri umani sono creativi, inventori ed esploratori (Piaget)
Da queste teorie sono nati metodi esperienziali e tecniche per la formazione individuale e aziendale: team building, team working, problem solving. Tutto ciò che riguarda soft e life skills: creatività, empatia, intelligenza emotiva, comunicazione, collaborazione e cooperazione con gli altri. Processi per valorizzare le potenzialità del singolo, migliorare la vita e il lavoro in gruppo.
La metodologia nasce dalla teoria di Kolb, suddivisa in 4 fasi: esperienza, osservazione, riflessione, sperimentazione. Faccio esperienza, osservo cosa succede, rifletto e imparo qualcosa di nuovo da applicare nella vita reale. Si svolgono attività all’aperto o in aula (come passeggiate, giochi, teatro, musica, sport, cucina etc.) e singolarmente o in gruppo si condividono riflessioni e insegnamenti.
Quando utilizzo questa metodologia in aula, raccolgo feedback positivi, come:
“Le attività e il metodo esperienziale, aiutano a riflettere su cose a cui quotidianamente non fai caso. Ti fanno mettere in gioco, ti fanno pensare, cambiare e migliorare.
Fase fondamentale è infatti la riflessione. Si traggono conclusioni, o meglio, ipotesi da sperimentare nella vita e ci si mette di nuovo in gioco. Poi ancora una sosta, si osserva, si riflette e si sperimenta ancora. Finché qualcosa si trasforma.
Io adesso farò l’esempio con l’esperienza appena raccontata. Tu prova ad applicarlo al prossimo problema o fallimento.Fammi sapere, scrivimi un’email. Ti darò il mio parere entro una settimana.
RIFLETTO: COSA MI INSEGNA QUESTA ESPERIENZA?
Mi fermo, penso, rifletto. La prima lezione è questa:
La prossima volta che compri una cosa nuova (come le catene), studia, prova e riprova. Quando ti servirà saprai già usarla. Riuscirai a evitare alcuni problemi e a risolverne altri. Probabilmente emozioni negative non avranno spazio per esplodere.
E tu, a quale altra lezione stai pensando? Lascia un commento alla fine del blog: la creatività si allena, usando il pensiero e la riflessione. Puoi farlo partendo da qui.
UNA LEZIONE È PER SEMPRE
Ogni lezione di oggi vale per il domani: per ogni esperienza di vita, di crescita e di cambiamento. Ad esempio, se sei alla ricerca di una strada per realizzarti o di un nuovo lavoro gratificante, non farti cogliere da pensieri negativi, dall’ansia o semplicemente impreparato:
Immagina cosa desideri. Anticipa i problemi che puoi incontrare. Studia, prova e riprova.
Preparati ad affrontare le difficoltà. E se la realtà invece è un’altra, se c’è un imprevisto (come per me la neve in strada) o un altro problema (non conoscere le catene da neve), non è uno “scontro con la dura realtà” ma è un incontro. Non è colpa di nessuno, nemmeno della Luna. Tocca a te trasformarlo in benzina per la creatività e in esperienza di crescita per risolvere problemi futuri. La domanda migliore è:
Questa esperienza cosa mi insegna di utile per la vita o il lavoro?
SE SBAGLIO? SONO ULTIMO E RESTO INDIETRO?
Come nella foto, poco importa: pensa a goderti il futuro e la prossima esperienza sarà diversa, farai quattro passi avanti.
Quei due giorni, per me, sono stati una grande formazione: ho rivissuto e scoperto daccapo parti di me che non conoscevo. Ringrazio lo staff e per questo ho piacere di condividere una novità appena giunta con la mia iscrizione alla newsletter: MAATMOX sta organizzando un altro corso sulla leadership, nello stesso rifugio di montagna, clicca qui per i dettagli.
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Buona esperienza.
Alessandro.
Tag:crescita personale, esperienza, sviluppo