LAVORO: scrivere un’email efficace per trovare lavoro, è sufficiente?Un esempio.
8 Apr 2019 - Spunti & Risorse, Storie di Successo
ESPERIENZA E EMAIL NON BASTANO
C’era una volta un ragazzo che cercava lavoro. Indeciso, incerto e un po’ preoccupato. Ormai stanco di rispondere ad annunci online senza ricevere risposte. Cambiò strategie: Cercò online le aziende che gli interessavano e decise di contattarle.
Creò un’email, cercando di renderla più chiara ed efficace possibile. Poi la inviò, cercando gli indirizzi sul sito delle aziende nella sezione “contatti”. Fu contattato dalla prima azienda, poi dalla seconda, la terza e la quarta.
Con la prima azienda, fece subito il colloquio. Aspettò 7 mesi senza essere chiamato finché successe qualcosa. Scoprì che per avere lavoro erano fondamentali:
- esperienze passate
- email efficaci
- competenze di comunicazione e relazione con l’altro in cui essere GENERALE E SPECIFICO, DIRETTO E PRECISO, CHIARO ED ESPLICITO, LEADER E DISPONIBILE, PREPARATO E PROPOSITIVO.
Ecco alcuni esempi sulla struttura dell’email, mantenendo l’anonimato per questione di privacy.
GENERALE E SPECIFICO
In oggetto all’email scrisse: CV – candidatura come….esperto in…
aggiungendo il nome del ruolo in MAIUSCOLO e tre particolari specifici della mansione.
Ad esempio:
PANETTIERE esperto in pane e dolci;
oppure SEGRETARIA esperienza in amministrazione piccole aziende
Lo scopo era attirare l’attenzione e stimolare la curiosità sin dall’oggetto dell’email. Pensare a questi dettagli lo aveva già stancato. Le sue energie erano già esaurite.
DIRETTO E PRECISO
Dopo una breve e gentile presentazione “Buongiorno, mi chiamo…” inserì due precise informazioni, utili a valorizzare la sua posizione: cioè una qualifica e l’esperienza lavorativa più rilevante.
Ad esempio:
Ho svolto un corso annuale in panificazione, lavorando per 2 anni al Panificio XYZ.
oppure
Ho frequentato il DAMS e ho lavorato per due anni come commessa e cassiera in H&M.
Questo lavoro di sintesi, gli costò quasi un’ora: scrivi, cancella, riscrivi, ricancella, riscrivi. Era innervosito perché si accorse che cercare lavoro era un lavoro, non retribuito. Presto capì che quel lavoro gratuito gli avrebbe garantito uno stipendio a fine mese.
CHIARO ED ESPLICITO
In modo chiaro ed esplicito dichiarò le sue intenzioni e l’obiettivo dell’email, scrivendo in grassetto il ruolo a cui aspirava:
Ad esempio:
Mi candido come panettiere nel vostro supermercato.
Mi candido come segretario vostro studio dentistico.
Mi candido come social media manager, esperto di Facebook nella vostra agenzia.
Avrebbe voluto scrivere “mi va bene qualunque lavoro”. Quel giorno, però, decise di seguire i consigli letti su un blog dove gli consigliavano di differenziarsi, colpire l’attenzione del lettore e non sottovalutarsi. Si impegnò a scegliere una sola posizione lavorativa: quella in cui si sentiva più competente e sicuro. Si rilevò una buona mossa.
LEADER E DISPONIBILE
Da leader, guidò il lettore verso due precise direzioni, cioè leggere il CV e convocarlo.
Tremava al solo pensiero di incontrare una persona sconosciuta, di essere giudicato e valutato. Però aveva bisogno di lavorare, di dare un valore alle sue abilità e di cambiare la sua strategia di ricerca lavoro.
Quindi si dimostrò aperto e disponibile a un confronto di persona. Inserì i link al sito e ai social, terminando l’email:
Allego il mio CV e sono disponibile a un colloquio conoscitivo.
Può visitare il mio sito, linkedin, facebook e instagram qui (…).
PREPARATO E PROPOSITIVO
Fu convocato al colloquio. Il giorno prima dell’incontro, impiegò mezz’ora per studiare l’azienda: su Facebook, sul web e chiedendo informazioni in giro. Ci teneva a quel lavoro e voleva prepararsi: decise di indossare camicia bianca e tagliarsi la barba.
Cercò di immaginare quale domande gli avrebbero fatto. Ne immaginò una davvero scomoda e si preparò la risposta, onesta, senza bugie. Si sentì sicuro, zero ansia, andò al colloquio.
COLLOQUIO
Tra le domande, c’era quella scomoda a cui lui rispose sicuro e soddisfatto. Ce n’erano altre due, alle quali si approcciò con difficoltà. Erano domande con cui si indagava la vita privata e quella lavorativa, molto personali. “Perché ha lasciato il lavoro? Ora dove sta lavorando e cosa apprezza del lavoro attuale?”. Le sue mani sudarono un po’, un po’ imbarazzato, abbassò lo sguardo e poi lo sollevò: sapeva che quelle domande avevano un senso ma non aveva il tempo per capire quale fosse. Allora decise di rispondere con sincerità e sicurezza.
Lui parlò parlò, cercando di dare un’immagine di lui ideale alla posizione lavorativa ricercata. A un certo punto lei disse:
“Uhm, sta parlando tanto, tanta teoria e poca pratica”. Lui tremò.
CHIEDERE
Lei continuò: “Vorrei vederla all’opera, mentre fa il suo lavoro”. Lui risposte: “Non credo sia possibile”. Decise di chiedere: “quali altri modi ci sono per dimostrarle le mie competenze?”?
LA PROVA
Lei lo mise alla prova: gli chiese di immaginare e risolvere una situazione tipica e problematica: “Lei come farebbe in questa ipotetica situazione?”
PENSARE
Lui continuò a sudare, respirò un attimo e restò in silenzio per 7 secondi. Si rese conto che erano troppi e motivò il suo silenzio dicendo: “un attimo, ci sto pensando” – lei lo lasciò pensare, con un sorriso e un accenno di comprensione.
Lui rispose, utilizzando termini in italiano. Lei lo interruppe, traducendo in inglese quei termini. Lui sorrise ma avrebbe voluto dirgli altro. Respirò, sollevò le mani dal tavolo e notò le sue impronte di sudore sul ripiano di vetro. Le coprì mettendoci le braccia sopra.
CONTROPROPOSTA
Lei ribatté: “però vorrei vederla all’opera, non c’è modo?”
Lui: Guardi, non credo sia possibile osservarmi nel luogo dove lavoro. Ci risentiamo nei prossimi mesi per una prova qui da lei, che ne dice?
Lei avanzò una proposta: Va bene, facciamo che, appena si libera un posto, viene per qualche ora. Che ne pensa?
Lui: va bene, se per qualche ora ok.
Lei: va bene, le farò sapere.
7 MESI DOPO.
Lei non si era fatta mai più sentire. Lui si ricordava di lei e aveva pensato più volte ai motivi per cui era stato scartato e mai più chiamato. Lui l’avrebbe voluta dimenticare, incolpare ma….
decise di scriverle un’altra mail, diversa da quella precedente, in cui, a fronte di 7 mesi di esperienza appena svolta, avrebbe potuto lavorare con maggiori competenze.
Lei lo fece chiamare dal suo segretario. Decise di incontrarlo per un colloquio. Dopo brevi saluti e domande di rito (“Perché ci ha contattati? Cosa ha imparato negli ultimi 7 mesi?”). Arrivarono subito al dunque: orari di lavoro, mansioni e periodo di prova pagato.
Decisero di iniziare con piccolo contratto: un periodo di prova serviva ad entrambi, per conoscersi e valutarsi come persone, prima che come lavoratori.
RIFLESSIONE
Il nostro amico, capì l’importanza di un’email efficace. Scoprì alcune competenze utili per la comunicazione interpersonale. Poi giunse ad un’altra conclusione cercare lavoro è un lavoro: dà soddisfazioni e viene ripagato in futuro, solo se inizi a cercarlo nel presente e cambiando le strategie, finora risultate poco efficaci.
Riassumo lo schema dell’email:
OGGETTO: CV_candidatura PANETTIERE, esperto in pane e dolci;
Buongiorno,
mi chiamo Marco Verdi.
Ho svolto un corso annuale in panificazione, lavorando per 2 anni al Panificio XYZ.
Mi candido come panettiere nel vostro supermercato.
Allego il mio CV e sono disponibile a un colloquio conoscitivo.
Puoi visitare il mio sito qui: www.marcoverdi.it.
Il mio profilo Linkedin, Instagram e Facebook qui (…)
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Alessandro.
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Tag:cambiamento, lavoro, orientamento