Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC): compulsioni o rituali. Cosa sono?

5 Ago 2025 - Evidenza, Psicologia, Spunti & Risorse

Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC): compulsioni o rituali. Cosa sono?

Nel disturbo ossessivo compulsivo (DOC), i pensieri ossessivi generano ansia. I tentativi di placarla si trasformano in compulsioni o rituali di azione o di pensiero che, pur offrendo un sollievo immediato, nel tempo rafforzano i dubbi e le ossessioni togliendo il potere alla volontà: diventano veri e propri automatismi da cui è sempre più difficile liberarsi.

Un paziente mi ha riferito:

“Sono più forti di me, sono entrati a far parte della mia vita. Se prima impiegavo 1 ora per uscire di casa, adesso mi sveglio alle 5 del mattino e ci impiego 3 ore per fare tutti i miei controlli”

In questo articolo approfondiamo le tre tipologie principali di compulsioni, come si manifestano e quali sono le strategie utilizzate in psicologia breve strategica per interrompere il circolo vizioso del DOC.


Cosa sono le compulsioni nel DOC?

Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi, visibili o mentali, che la persona si sente costretta a mettere in atto per ridurre l’ansia, prevenire un evento negativo o sentirsi “a posto”. All’inizio funzionano: calmano. Ma col tempo diventano un obbligo: tolgono tempo, energia, serenità e libertà.

Come ha detto un mio paziente: “So che è irrazionale ma se non lo faccio, non riesco a stare in pace“.

Come è possibile? Ho già parlato di come può nascere un Disturbo ossessivo-compulsivo Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) in questo articolo.

Oggi, invece, ti presento le 3 categorie prevalenti di compulsioni: riparatorie, preventive, propiziatorie.


Le 3 tipologie di compulsioni nel DOC

1. Compulsioni riparatorie

Messe in atto per rimediare a un possibile errore o danno, anche solo immaginato.
La persona è perseguitata da dubbi del tipo: “E se non avessi chiuso bene la porta e sono entrati i ladri?Torno e controllo.” oppure “E se in quel messaggio ho scritto qualcosa di sbagliato? Cancello e riscrivoE se avessi fatto del male a qualcuno?Torno a controllare

Esempi:

  • Tornare indietro per controllare se si è chiusa la porta, aprirla e chiuderla un numero dispari maggiore di 1.
  • Riaprire mail o messaggi più volte per verificare di non aver offeso qualcuno.
  • Fermarsi con l’auto e tornare indietro per accertarsi di non aver investito qualcuno.

Ce ne sono tantissime, di una originalità e creatività straordinarie, di cui, però, si diventa schiavi.


2. Compulsioni preventive

Sono ripetizioni di azioni o pensieri con lo scopo di gestire in anticipo un pericolo che potrebbe verificarsi. La persona cerca di evitare un danno o una conseguenza catastrofica, spesso solo temuta.

Esempi:

  • Lavarsi le mani più volte per prevenire contaminazioni.
  • Controllare ossessivamente file o mail prima di inviarli, anche se già verificati.
  • Evitare luoghi, oggetti o persone che potrebbero attivare ansia o pericolo.
  • Valutare pro e contro, farsi tante domande prima di compiere una “scelta giusta” (lavorativa o di partner).

Spesso, chi agisce in questo modo è spinto da un senso di iper-responsabilità e da un iper-uso della razionalità, come se questa fosse in grado di tenere a bada l’ansia, il panico, la paura attraverso rituali che, piuttosto di prevenirli, li realizzano.


3. Compulsioni propiziatorie

Queste azioni hanno lo scopo di influenzare positivamente il futuro, prevenendo sfortuna o eventi negativi. Non sono semplici superstizioni ma veri e propri rituali di controllo simbolico.

Esempi comuni:

  • Ripetere mentalmente certe parole prima di parlare o uscire.
  • Allineare oggetti prima di un esame per sentirsi “in ordine”.
  • Toccare oggetti in un certo modo per “tenere lontana la sfortuna”.

Il pensiero sottostante è: “Se faccio questo rituale, andrà tutto bene” attribuendo a se stessi o alla realtà una qualità magica, divina, sovrannaturale.


Perché le compulsioni peggiorano il disturbo ossessivo compulsivo?

Tutte queste compulsioni hanno un tratto in comune: funzionano benissimo per placare ansie, paure e dubbi fino a quando la persona diventa prigioniero, limitando la sua vita. Ogni volta che le compulsioni vengono ripetute, e funzionano, è come se aumentasse la dipendenza della persona da esse, senza le quali la persona non riuscirebbe a star tranquilla.

Ricerche hanno rilevato che nel DOC si attivano le stesse aree cerebrali coinvolte in un innamoramento, dove il pensiero fisso è verso la persona amata e la cui presenza influenza realmente il nostro umore e irrigidisce una credenza secondo cui: “se sto con lui/lei sto bene, perché farne a meno?”.

Il problema è che chiunque sia consapevole di una dipendenza, perde la propria autonomia e quindi autostima, sicurezza e fiducia in sé.


Cosa fare per uscirne: l’intervento breve-strategico con il disturbo ossessivo compulsivo (DOC)

Nella psicologia breve strategica ci si pone l’obiettivo di restituire alla persona il pieno potere e controllo sui propri rituali, affinché possa farne a meno, senza farsi travolgere dall’onda ma cavalcandola attraverso strumenti e tecniche specifiche. Non si lavora alla ricerca del perché ma del come: non si cercano cause remote al rituale (attribuite a infanzia, modelli famigliari, traumi) ma si scopre “come” il problema si mantiene oggi e come si può sbloccare per il un futuro migliore.

Perciò si utilizzano tecniche ed esercizi per interrompere i meccanismi che alimentano il DOC, come eliminare la “dipendenza” dal rituale. L’obiettivo è portare la persona ad avere il controllo sulla propria compulsione e non viceversa, attraverso esercizi che mettono alla prova la resistenza del disturbo e la forza della persona. Chi vincerà?

Tutto il lavoro è personalizzato e calibrato sulla situazione specifica della persona, con lo scopo di trovare il mix perfetto di tecniche per eliminare il disturbo.

Come scrive Giorgio Nardone:
“Quando si riesce a sbloccare la sequenza di rituali, il disturbo collassa su se stesso.”

Elenco alcune tecniche specifiche, di cui si può approfondire sui libri in bibliografia alla fine dell’articolo.

Se ne fai uno, ne fai cinque
Una delle strategie più note e paradossali che fa percepire la persona di essere in grado di non ripetere il rituale, prescrivendolo per un numero di volte, usualmente pari a 5. Si ingiunge: “Se controlli la porta, fallo 5 volte. Non una volta di più, non una volta di meno. Puoi pure non farlo, ma se lo fai, lo fai 5 volte, non una volta di più né una volta di meno”. Si dà la possibilità alla persona di non farlo e di non farlo, questo già implica la necessità di percepirsi artefice di qualcosa.

La piccola violazione
Si chiede di inserire una violazione al rituale, come un piccolo errore volontario nel rituale o una modifica o un annullamento totale. Ad esempio, chiudi la porta senza guardare la maniglia. Lascia il tappetino spostato. Lavati le mani e lascia un mignolo sporco. Invia il messaggio senza rileggere una parola. Anche qui, la persona sperimenta di non star poi così tanto male dopo la violazione e che ciò che teme, ad esempio, non si è realizzato.

Posticipare il rituale
Non si impedisce di svolgere il rituale ma si dà il potere alla persona di posticiparlo. Spesso accade che laa compulsione “perde urgenza” e non viene più ripetuto. Questa tecnica crea spazio mentale e tempo decisionale, rafforzando il senso di potere su di sè.

Ritualizzare il rituale
Si dà uno spazio/tempo preciso per compiere il rituale, come se fosse un rito controllato e in quanto tale, possibile non svolgerlo più.

Un piccolo disordine che mantiene l’ordine
Questo piccolo caos volontario allena il cervello alla flessibilità, riducendo il bisogno di controllo assoluto ma allo stesso tempo la percezione di potere sull’ansia.


Ritrovare la libertà, un passo alla volta

Chi soffre di DOC spesso si sente condannato a ripetere gesti, azioni o pensieri senza via d’uscita ma il cambiamento è possibile. Come Francesca, che dopo anni di rituali di lavaggio e ansia alle stelle, è riuscita a ridurre i suoi comportamenti in poche settimane, senza più coinvolgere i genitori. Ora si è trasferita in un’altra città e finalmente sta terminando gli studi per iniziare un tirocinio in medicina veterinaria.

“Mi sembrava impossibile, invece ora mi sveglio e non penso più cosa devo controllare. Mi preparo in poco tempo, riesco a prendere un caffè al bar della stazione e vado a cena senza sentirmi male.

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Bibliografia

  • Nardone G., Portelli C. (2013). Ossessioni, compulsioni, manie. Ponte alle Grazie
  • Nardone G. (1998). Psicotrappole. Ponte alle Grazie
  • Watzlawick P., Nardone G. (1997). Paura, panico, fobie. Ponte alle Grazie
  • Nardone G., (2025). Il libro delle fobie e la loro cura. Ponte alle Grazie

Dott. Alessandro Conforti Di Lorenzo Psicologo Breve-Strategico Padova, Ponte San Nicolo, Piove di Sacco, Caselle di Selvazzano, Vicenza, Arzignano Aiuto persone ad uscire da momenti di crisi, imparando a gestire ansie, paure, angosce, panico, ossessioni, pensieri negativi, tornando a viversi la vita, le relazioni, il lavoro. Leggi le recensioni cliccando qui. Prenota subito un colloquio via mail info@alessandro-conforti.it o via WhatsApp al +393283489136

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