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DEBITI: cosa fare per non riempirsi di debiti?

14 Apr 2020 - Spunti & Risorse, Storie di Successo

DEBITI: cosa fare per non riempirsi di debiti?

Questo articolo è tratto e riadattato dall’intervista a Michele Dovico, Fisioterapista e Coach KB. Trovi il video integrale su youtube. Indice domande:

  • Cosa hai imparato dai tuoi errori?
  • Prima di renderti conto degli errori, cosa pensavi prima?
  • Quando non utilizzavi l’applicazione qual’ era la differenza?
  • Poi cosa è accaduto?

Premessa

Solitamente si inizia una vita lavorativa pensando di poter scalare la montagna a piedi nudi. Appena si sceglie una strada da percorrere coerente con le proprie competenze e i propri desideri, la motivazione è tanta: si apre un sito, una pagina facebook, linkedin, bigliettini e ciò che serve per la comunicazione. Perfetto così: è inutile aspettare che sia tutto perfetto per iniziare, altrimenti perdiamo tempo e occasioni. C’è un rischio, però: rischiamo di perdere soldi. Se non stiamo attenti e non ci fermiamo a valutare “come sta andando” rischiamo di arrivare in cima alla montagna senza risorse. Non è facile fermarsi e guardarsi indietro e riconoscere i propri errori. Se talvolta lo facciamo e attiviamo il nostro pensiero riflessivo-creativo, possiamo imparare dall’esperienza e riprendere il cammino, creando qualcosa di migliore di prima.

Senza far finta di nulla o essere accecati dalla convinzione che “basta crederci, non pensarci e vai avanti per la tua strada”, è importante fare una sosta di riflessione per crearsi la propria strada. Col senno di poi, è facile individuare gli errori e, invece, che rimpiangere ciò che non si è fatto o si avrebbe dovuto fare, dobbiamo sforzarci a trasformarli in occasione di crescita e miglioramento chiedendoci: cosa posso fare di meglio? Come posso evitare che ciò riaccada in futuro?

Ho già raccontato in altri articoli che il mio più grande errore è stato smettere di lavorare per circa un anno: questo periodo mi è servito per riflettere su di me e prepararmi al mondo del lavoro. Tuttavia il mio c/c si è svuotato. Da qui ho imparato a gestirmi le spese con il metodo giapponese Kakebo.

Ho intervistato Michele, il quale ci racconta la sua esperienza, i suoi errori e i suoi modi per gestire le finanze, cercando di ridurre il rischio che piccoli errori di valutazione economica ci portino alla rovina.

Ciao Michele, di cosa ti occupi e cosa hai imparato dai tuoi errori?

Sono fisioterapista e mi occupo di aiutare le persone a stare meglio anche con un’ottica di crescita personale. Quando ho finito l’ Università mi sono messo nel mondo del lavoro e siccome le opportunità lavorative richiedevano la partita iva, allora a quel punto mi sono detto: tanto vale che mi metta in proprio. Così ho fatto. Ma, intanto, non conoscevo le caratteristiche di un’azienda. Quando ti metti in proprio è come se tu fossi una piccola azienda.

Ho capito che è importante tenere una contabilità di entrate e uscite, sembra una cosa banale ma in realtà molti non lo fanno. Soprattutto per chi si approccia alla libera professione è fondamentale avere un andamento nel corso del mese ma anche degli anni per capire le scelte che hai fatto e che potevi fare meglio.

Invece, tu, cosa pensavi?

In realtà non pensavo niente, ero inconsapevole. Non sapevo come funzionava ed ero molto approssimativo. Questo può andar bene se fai qualcosa di limitato nel tempo ma se devi portare avanti un’attività serve organizzazione. È una pratica utile per tutti quelli che hanno a che fare col denaro. Io utilizzo “spese giornaliere” che è un’applicazione per cellulari Android ed è facile da utilizzare. Segni spese ed entrate, che vengono registrate in un database e si può vedere nel corso del tempo l’andamento addirittura con grafici nella versione PRO ed è interessante vedere nei mesi come cambiano le entrate e le uscite.

Quando non utilizzavi questa applicazione qual’ era la differenza?

Ero semplicemente inconsapevole di alcune mie spese: ad esempio per la pubblicità o la benzina. L’idea è quella di prevedere le spese fisse per evitare di non riuscire a pagare quello che c’è da pagare. Sono andato anche in rosso.

Poi, cosa è accaduto?

Non riconoscevo i miei errori e quindi continuavo con stesso atteggiamento che mi portava a fare debiti e quindi sono arrivato a chiedere prestiti, fino a quando mi son fermato e ho cambiato il mio atteggiamento. La lezione di vita che ho imparato è il:

sapersi fermare, accettare la condizione in cui si è. Non c’è nulla di male perché ognuno ha il suo percorso e ognuno deve imparare dalla propria esperienza.

A volte facciamo il confronto con le altre persone e questo ci porta a non sentirci all’altezza, dimenticando che ognuno ha una propria storia e quindi l’idea è quella di migliorarsi confrontandosi in primis con se stessi e guardare gli altri solo per prendere spunto nelle cose positive che hanno realizzato.

È emerso in altre interviste questa necessità di fermarsi ogni tanto e verificare il percorso fatto. Spesso si va dritti senza riflettere , senza raccogliere i feedback dagli altri e poi ci si trova in situazioni spiacevoli, senza soldi, ad esempio. Questo influisce su se stessi, si è nervosi, poco lucidi, concentrati e determinati nel migliorare. Questa fermata che io chiamo SOSTA, Michele, ti ha portato a fare una scelta diversa da quella di prima?

La strategia per me utile è stata quella di fare un passo indietro. Quando vuoi fare un passo più lungo della gamba è chiaro che ti riesce difficile.
In fisioterapia si dice ottenere il “successo funzionale” cioè esercitarsi fino a dove si può, senza superare il limite, altrimenti rischi di peggiorare invece di migliorare. Per me il successo funzionale è stato tornare a lavorare come dipendente in una clinica e fare un certo tempo lì e poi il resto dedicarlo allo studio, scindere la parte “pago le bollette” da quello che è la mia idea di studio e creare una mia attività che mi sostenga. Questo è stato quello che mi ha risollevato e mi ha permesso di essere qui con te oggi e di parlare della mia esperienza.

Ricapitolando:

  1. Fermarsi ogni tanto e riflettere sul proprio passato e valutare se quello che si sta facendo va bene e da risultati.
  2. Controllare le proprie finanze utilizzando metodi e strumenti come Applicazioni sul cellulare, il metodo Kakebo. La mia banca Fineco ha un’App gratuita e dedicata.
  3. Cercarsi anche un altro lavoro finché quello desiderato non è ancora avviato del tutto. Molte volte partiamo con l’idea di fare quel lavoro senza aver fatto prima un passaggio necessario.

Benissimo, grazie per averci raccontato la tua esperienza, ciao Michele.

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