VOGLIO TUTTO E SUBITO. devo aspettare?
14 Mar 2020 - Spunti & Risorse, Storie di Successo
La corsa verso il successo è l’errore più grande dei nostri tempi: ci fa vivere con l’idea che andare veloci sia il modo per realizzarci e conviviamo con la presunzione di volere tutto e subito. Se realizzarsi significa trasformare le proprie competenze in un lavoro che si ama per sentirsi utili allo sviluppo dell’umanità, mi chiedo: “Come si può imparare una professione in poco tempo, correndo e con la presunzione di “avere tutto e subito”? Credo sia molto difficile e potrebbe andare discapito della qualità. Nel frattempo, cosa fare? Ecco una serie di cose per sfruttare il tempo al meglio, coltivare i propri sogni e prepararsi al successo.
Ho intervistato Elisabetta Ghetti – Pedagogista clinica e danzatrice. Lifestyle e Creativity Trainer http://www.elisabettaghetti.it. Progetto: Danzare con tatto emotivo® Fb: https://www.facebook.com/danzareconta….
Trovi il video integrale su youtube. Ho riadattato il testo per il blog. Ecco l’ indice domande:
- Qual è il tuo progetto di realizzazione personale-professionale?
- Nel frattempo cosa fai per vivere?
- Prima lavoravi in una scuola e c’era qualcosa che non andava: cosa sentivi dentro di te?
- Cosa stai facendo per creare relazioni, far conoscere il tuo progetto e creare una rete che, un giorno, potrà usufruire dei tuoi servizi?
- Quali risultati stai ottenendo?
Ciao Elisabetta, qual è il tuo progetto di realizzazione?
Conto di diventare – entro i prossimi due/tre anni – una brava counselor con la caratteristica di lavorare sul corpo e sulla danza. Grazie a un percorso che sto facendo su di me, imparo a:
- conoscermi
- gestire il problema di volere tutto e subito.
Sono una persona entusiasta, mi piace fare il mio lavoro, ho voglia di fare, ci sono tante cose e vorrei dirle tutte. Ho capito che non funziona, quindi sto lavorando su questa mia caratteristica. Capisco che bisogna avere pazienza. Ma un conto è dirlo, e un conto è realizzare che le nostre attività sono come un piccolo seme che va messo sotto la terra, accudito, bagnato. Bisogna aspettare che cresca la prima radice. È un lavoro lungo.
Nel frattempo cosa stai facendo per vivere ?
Ho lavorato come insegnante di danza in una scuola musicale. Poi visto che la situazione non andava più bene per la mia evoluzione sono andata via. Mi sono trovata disoccupata ma con questa vocazione e con l’amore per il mio lavoro. Ho cominciato comunque a cercare il più possibile delle attività che potessero essere attinenti a me. Sono fortunata perché in qualche modo sono sempre riuscita a trovarle. Mi sono messa in gioco, ho portato curriculum e ho trovato questa attività che in qualche modo non è proprio nel mio campo ma unisce la danza con l’inglese veicolare quindi riesco a vivere facendo qualcosa che mi piace e che mi dà nutrimento e nel frattempo cerco di coltivare questo mio nuovo progetto perché mi sento ogni tanto una ventenne che ha finito un percorso di studi e deve dare forma ad una professionalità. Non ho vent’anni neanche 30 e questo rende più difficili le cose però ci credo, ci provo .
Prima lavoravi in una scuola, hai detto che non ti andava bene qualcosa. Perché? Cosa sentivi?
In questa scuola musicale andava bene finché potevo fare quello che mi piaceva, insegnare la danza in un certo modo e seguire i progetti da un punto di vista pedagogico per me valido. Nel momento in cui sono stata messa di fronte alla scelta di mandare avanti questo progetto- non come io reputo che sia giusto – sono andata via. Non volevo scendere a troppi compromessi. Mi rendo conto che sono esigente. So che se non dovessi riuscire in questo progetto sono disposta ad andare a fare le stagioni negli alberghi in Alto Adige. Però cerco di stare nel mio ambito di riferimento, il counseling e il lavoro col corpo nella relazione educativa.
Quindi, ricapitolando: stai creando un progetto unendo le tue passioni a capacità e competenze. Nel frattempo ti dedichi ad altro, un progetto di insegnamento di lingua inglese nelle scuole materne senza dimenticare ogni giorno di mettere un po’ di nutrimento a questa pianta. Mi chiedo: cosa stai facendo per creare relazioni iniziare a far conoscere il tuo progetto e creare una rete che un giorno potrà usufruire dei tuoi servizi?
Inizialmente c’è stato un lavoro di almeno due anni di coltivazione di questo progetto lavorando su di me. Iscrivendomi a questo percorso professionalizzante ho fatto un percorso molto profondo di psicoterapia di indagine e ho preso consapevolezza. Il primo lavoro è stato questo. Poi ho incominciato a dare un nome a ciò che stavo creando “danzare con contatto emotivo”. Ho voluto registrare questo marchio perché avevo bisogno che questo marchio diventasse mio. Da qui ho incominciato a creare contenuti dentro a questo marchio e adesso piano piano sto cercando sempre di più di rendere comunicabili questi contenuti. Il passaggio successivo sarà quello di andare dalla gente per far conoscere questo progetto, anche gratuitamente. Accetto volentieri un rimborso spese. Guadagno è anche avere del tempo libero. Se il progetto è valido da cosa nasce cosa, ecco l’importanza di avere pazienza.
Quali risultati ti danno queste azioni ?
Le persone sono interessate a fare una presentazione del progetto e mi propongono, loro per primi, un rimborso spese. Chiaro che se parte un corso sarà a pagamento. Avrò bisogno di tempo per vedere i frutti che da questa piantina e qualche bocciolo sta spuntando.
(Alessandro): Quindi, focalizzandosi su di te e sul tuo progetto, hai registrato il tuo marchio, hai avuto modo di presentarti ad altre persone ricevendo feedback positivi. È una cosa bellissima che qualcuno abbia dato valore al tuo progetto e credo che sia frutto di questo tuo impegno. Elisabetta ti auguro che questa piantina cresca in modo grande e proficuo, dando frutti a tutti. Siamo qui per crearci un lavoro con lo scopo di aiutare persone che hanno bisogno di noi. Buona continuazione.
Alessandro.
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Tag:creatività, identità, professione, realizzazione