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CREATIVITÀ: perché partire dall’ultimo passo (e non dal primo) per realizzarsi?

8 Nov 2019 - Coaching, Spunti & Risorse

CREATIVITÀ: perché partire dall’ultimo passo (e non dal primo) per realizzarsi?

Se hai studiato per anni o sei esperto in un lavoro che adesso non stai svolgendo, secondo me devi trovare un nuovo metodo per ottenerlo. Hai provato a partire dall’ultimo passo? Lavorare dando spazio alle tue capacità, ti farà sentire realizzato e soddisfatto. In psicologia, nella teoria di McClelland, si chiama bisogno di realizzazione. Forse hai già provato a cercare o crearti un lavoro che fa per te.  Forse il metodo creativo, che ti suggerisco in questo articolo, potrebbe farti fare la svolta.

IL PRIMO PASSO

Spesso incontro persone che fanno il primo passo senza pensare all’ultimo: davanti al primo fallimento, accade che si bloccano e tornano indietro a un vecchio lavoro che li rende infelici. Il primo passo è spesso il solito: investire nella comunicazione, ad esempio inviando CV o creando il sito. Immaginiamo un architetto: finisce gli studi, apre un sito, affitta un ufficio, invia CV e usa i social network per promuoversi come architetto in diversi ambiti (interni, esterni, ristrutturazioni e altri). La comunicazione diventa il primo passo per farsi conoscere come architetto tutto fare. Riceve un cliente, poi il secondo e il terzo. La sua comunicazione funziona ma i clienti vanno via tutti perché si accorgono che hanno davanti un architetto tuttofare. Lui non è specializzato e non riesce a rispondere alle specifiche richieste. Ci ha provato ma ha fallito, perdendo la fiducia del cliente e un po’ di fiducia in se stesso al punto da non crederci più e ritirarsi nell’attività sicura di famiglia.

Non credo che passare per esperti in tanti ambiti e proporsi in modo generico aiuti ad attrarre clienti.

L’ULTIMO PASSO

Per trasformare le tue competenze in un lavoro, immagina la fine. Prova a pensare al tuo cliente ideale: perché è felice di avere lavorato con te al punto da inviarti sinceri ringraziamenti? Cosa ha ottenuto grazie alle tue competenze di architetto?

Immaginando una situazione ideale futura, puoi muovere i primi passi nella direzione della tua soddisfazione. Cioè avvicinarti ai tuoi potenziali clienti che hanno bisogno di te. Oppure candidarti in un’azienda che ha bisogno delle tue competenze.

Se sei all’inizio, un po’ incerto e insicuro, potrebbe essere utile proporsi e sperimentarsi in diversi campi. Come già scritto in altri articoli di questo blog, esperienze diverse tra loro possono darti informazioni utili per scegliere cosa fare in futuro e quali servizi offrire. Questo richiede tempo e pazienza. In un altro articolo ho già dato alcuni suggerimenti. Se invece non hai più tempo da perdere, conosci le tue capacità e vuoi trasformare subito in un lavoro, hai provato a partire dalla fine?

PARTIRE DALLA FINE

Quando immaginiamo la fine, tutti i passi per raggiungere il traguardo diventano più chiari. Se ad esempio devi andare in montagna e raggiungere la vetta in 30 minuti, avrai ben chiaro cosa mettere in valigia e cosa fare per prepararti all’avventura. Vero?

Lo stesso vale a lavoro: se ti sforzi ad immaginare i risultati concreti del tuo lavoro, capirai meglio dove specializzarti, come presentarti agli altri e a quali clienti rivolgerti direttamente.

Prova a immaginare:

  • cosa desidero ottenere o creare con il mio lavoro?

Nel mio caso, il desiderio è una società fatta di persone che usano la creatività per realizzarsi a lavoro, instaurare relazioni proficue e collaborare per creare una società migliore. Per questo, ho creato corsi di creatività per avere idee su cosa fare in futuro e su come realizzare i propri desideri. All’inizio avevo creato corsi su come promuoversi online: ho vinto per due anni un concorso comunale ma quest’anno ho deciso di rifiutare e focalizzarmi su ciò di cui sono esperto.

Nel caso dell’architetto, potrebbe essere un desiderio diverso: creare una casa con spazi interni ben organizzati, funzionali ai bisogni del cliente e arredati con uno stile minimal in grado di far stare bene la persona.

Perché l’architetto dovrebbe proporsi come esperto di esterni se i suoi desideri lo proiettano in un futuro come esperto di interni? Azzardo un’ipotesi: forse perché ha scoperto un ambito diverso dai suoi studi che lo appassionano di più? Allora la sia priorità, il suo prossimo passo sarà un altro: Specializzarsi negli interni, studiare, formarsi. Nel frattempo, se ha bisogno di lavorare, potrebbe iniziare a proporsi come esperto di interni. Capisci ora cosa intendo?

Come vedi, immaginare la fine, stimola il pensiero creativo costruttivo e ti focalizza nel presente per costruire un futuro diverso. Riesci a crearti un percorso prima mentale e poi concreto, riuscendo persino a dare una priorità alle cose da fare in base ai tuoi bisogni. Il consiglio che spesso do ai miei clienti è quelli di scrivere tutto su un foglio.

Nel Design Creative Thinking della Standford University, usato per creare prodotti, processi e servizi, si parte dalla fine, cioè da bisogni e desideri dei clienti prima di progettare una soluzione. Nella teoria di Herbert Jaoui, inoltre, le 5 fasi del pensiero creativo da lui teorizzate, riprendono questi concetti: prima c’è l’intenzione, dove immagino il futuro. Poi c’è la preparazione, segue l’incubazione dell’idea, l’illuminazione, la sperimentazione e la verifica.

Nell’intervista fatta a Federica Sassoli, invece, si parla del metodo dei piccoli passi da 10 a 1 per gestire la paura del fallimento e di sentirsi abbattuti. Lasciati ispirare e inizia ad immaginare il futuro. Pensa all’ultimo passo da fare e poi vai a ritroso: chiediti qual è il penultimo, il terzultimo, il quart’ultimo fino ad arrivare al primo.

 

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