Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC): cos’è e come superarlo con l’approccio breve-strategico

20 Giu 2025 - Evidenza, Psicologia, Valori

Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC): cos’è e come superarlo con l’approccio breve-strategico

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) come ripete spesso il prof. Nardone è la “bestia nera della psicoterapia”: nessuno è riuscito a individuarne le cause, tantomeno a fare, di quest’ultime, buon uso per la risoluzione del problema. Tuttavia, ricerche decennali svolte dal Centro di Terapia Strategica hanno apportato conoscenze su come può nascere, come si può irrigidire e come si può risolvere attraverso protocolli di intervento specifici.

“I dati raccolti su un numero molto esteso di casi trattati sia al CTS di Arezzo e sia dei collaboratori in tutto il mondo dimostrano che oltre l’80% dei casi viene condotto alla totale estinzione dei disturbo in una durata media del trattamento al di sotto delle 10 sedute. (Nardone, Portelli, 2013).”

Cos’è il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC), è caratterizzato da pensieri intrusivi, dubbi, insicurezze o altre ossessioni che generano ansia e preoccupazioni. Nel tentativo di gestire l’ansia o ottenere piacere, la persona mette in atto compulsioni, ovvero rituali comportamentali o mentali. In un primo momento sembrano risolvere il problema ma in realtà lo alimentano e lo rinforzano nel tempo. La sequenze di azioni o di pensieri irrefrenabili, creano sempre più ansia e disagio, bloccando la mente e rovinando la vita a chi cerca di combatterli senza riuscirci.

In questo articolo esploro le principali modalità attraverso cui il DOC si struttura, come si mantiene attraverso le tentate soluzioni ridondanti e quali strategie utilizziamo nella psicologia breve strategica per disinnescarlo. Il tutto, come sempre, partendo da storie vere di cui ho modificato dettagli per preservarne la privacy.


Come nasce il disturbo ossessivo compulsivo?

Il disturbo ossessivo compulsivo può assumere forme molto diverse. Esistono cinque principali motivazioni che lo attivano:

1. Il dubbio che innesca il bisogno di controllo o rassicurazione

Un dubbio (sulla salute, sulla sicurezza, sulle proprie azioni) innesca una serie di rituali fisici o mentali per prevenire o riparare.

  • N., prima di uscire di casa, fotografava finestre e maniglie. Poi, controllava le foto per assicurarsi che fosse tutto chiuso.
  • C., prima di mangiare, cambiava il cucchiaio con il dubbio che quello usato fosse caduto o sporco, anche se non c’erano evidenze.

Questi rituali danno un sollievo momentaneo, ma a lungo andare rinforzano il dubbio. “Quando controllo sto meglio ma poi torna il dubbio e l’ansia cresce più di prima”.

“L’irragionevole diventa totalmente ragionevole” sostiene G. Nardone.

2. La rigidità morale o superstiziosa

Qui la compulsione nasce da una regola interiore rigida, religiosa o morale: rituali per espiare colpe, propiziare fortuna o resistere a tentazioni. All’inizio sono lievi e periodici ma col tempo i rituali diventano gravi e numerosi.

3. Il ragionamento esasperato fino al blocco

Il pensiero logico spinto all’estremo porta all’indecisione totale. Ogni scelta richiede un’analisi infinita.

  • F. si allenava ossessivamente alla spalla, già guarita, per paura che un recupero non perfetto lo rendesse vulnerabile. Ma così facendo l’ha danneggiata di nuovo.
  • Un commercialista, ripeteva i calcoli fino all’esaurimento per la paura di commettere errori.

4. La prevenzione che diventa fobia

Il desiderio di protezione e prevenzione, esasperato, si trasforma in prigione.

  • S., studentessa universitaria, non riusciva a uscire di casa senza controllare più volte se era ben coperta con mascherina e sciarpa. La sua paura di ammalarsi era più forte del desiderio di seguire le lezioni.

5. Il trauma che genera un rituale “riparativo”

In seguito a un evento traumatico, la persona sviluppa rituali per sedare la paura o il senso di colpa come lavaggi estremi o evitamenti di luoghi o persone che ricordano il trauma.


Le tentate soluzioni che rinforzano il disturbo

Nel modello breve-strategico non cerchiamo la “causa originaria” del DOC ma osserviamo come la persona costruisce il suo disturbo e, cercando di gestirlo, finisce per subirlo.

Le modalità principali utilizzate sono:

  1. Evitamento: non affrontare ciò che fa paura o da piacere.
  2. Richiesta di rassicurazione: coinvolgere gli altri nei propri rituali compulsivi
  3. Ritualizzazione: creare sequenze fisse di azioni (contare, ripetere, lavare, fotografare, ecc.).

Ogni tentata soluzione dà un sollievo immediato ma col tempo peggiora il problema. La persona diventa vittima del rituale, su cui non ha più alcun potere. Questa sensazione di impotenza, può espandersi in altre aree della vita facendo sentire la persona insicura, incapace e senza più speranze.


Intervento strategico: smontare la struttura del disturbo

Il trattamento si basa sull’interrompere ciò che alimenta il disturbo e sull’ansia, nonché i rituali. Non si agisce sul “perché”, indagando il sistema famigliare o il passato ma sul come la persona lo mantiene nel presente, attraverso i rituali.

Come scrive Giorgio Nardone:
“Quando si riesce a sbloccare la sequenza di rituali, il disturbo collassa su se stesso.”
(Ossessioni, compulsioni, manie, 2013)


Per eliminare i rituali esistono tecniche, esercizi e stratagemmi che aiutano la persona a riprendere il controllo della propria vita, estinguendo i rituali. Per non dilungarmi, evito di entrare nel dettaglio di ciascuna tecnica: il lettore può trovarne i dettagli nei libri consigliati alla fine dell’articolo.


Ritrovare la libertà

Spesso il DOC viene vissuto come una condanna a vita. Ma non è così, Francesca, dopo tre incontri, ha iniziato a spezzare i suoi rituali e, dopo tre mesi mi ha scritto:

“Ho ripreso i libri. Sto studiando per un concorso”.

Oppure S. riesce ad andare in Università senza troppe paure e si apre agli altri restando con loro spesso fino a tarda sera.

Se anche tu desideri trovare la via di uscita dal DOC e tornare a vivere, se stai cercando uno psicologo vicino a te, contattami per una prima consulenza: ricevo a Padova, provincia o online, partner ufficiale di Guidapsicologi.

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Bibliografia

  • Nardone G., Portelli C. (2013). Ossessioni, compulsioni, manie. Ponte alle Grazie
  • Watzlawick P., Nardone G. (1997). Paura, panico, fobie. Ponte alle Grazie
  • Nardone G. (1998). Psicotrappole. Ponte alle Grazie
  • Nardone G., Balbi E. (2009). Solcare il mare all’insaputa del cielo. Ponte alle Grazie

Dott. Alessandro Conforti Di Lorenzo Psicologo Breve-Strategico Padova, Ponte San Nicolo, Piove di Sacco, Caselle di Selvazzano, Rubano, Vicenza, Arzignano Aiuto persone ad uscire da momenti di crisi, imparando a gestire ansie, paure, angosce, panico, ossessioni, pensieri negativi, tornando a viversi la vita, le relazioni, il lavoro. Leggi le recensioni cliccando qui. Prenota subito un colloquio via mail info@alessandro-conforti.it o via WhatsApp al +393283489136

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