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Fare un passo indietro quando c’è da farne due avanti: come e perché accade.

11 Mar 2022 - Evidenza, Psicologia, Spunti & Risorse

Fare un passo indietro quando c’è da farne due avanti: come e perché accade.

Fare un passo indietro è apparentemente un comportamento auto protettivo davanti a un possibile fallimento o all’emergere di una nostra fragilità.


C’è rischio di essere giudicati, derisi, svalutati. Spesso lo associamo a poche o una sola esperienza del passato andata male. Corpo e mente si fanno sentire: sudore, palpitazioni, pensieri che si susseguono velocemente e paura di cadere nello stesso errore.

Ci chiudiamo, restiamo in silenzio o rifiutiamo direttamente la proposta, nonostante sentiamo di non doverlo fare.
Diciamo la verità, perché siamo sinceri: “Non sono capace” – “Non sono la persona giusta” – “Non sono pronta”. Altre volte, per non risultare fragili, ci prodighiamo per trovare una soluzione: “Guarda, ti consiglio Francescantonia Da Trieste, la conosco, è bravissima”.


Diciamo la verità, forse, ma mentiamo a noi stessi, sicuramente.


La menzogna sta nella consapevolezza che in passato, se ci pensi bene bene bene, i successi superano gli insuccessi e i piaceri più dei dolori. Non si poi così peggio di Francescantonia.


Nonostante ciò, l’abitudine di tirarci indietro ed essere sinceri si trasforma in: la tristezza che ci svuota, il coraggio svanisce, ansia e panico bussano alla porta e ci minacciano.
Finiamo per tornare dov’eravamo: stessi vizi, stesso lavoro che ci fanno sentire (apparentemente) al sicuro.
Facciamo un passo indietro, in realtà, perché non abbiamo ancora chiuso col passato: quell’errore, quella scelta, quella nostra fragilità restano sospese.


Ecco perché scegliamo di non andare avanti, di non rischiare, di non esporci e non pensarci troppo. Ma il pensiero torna.


Finiamo per risultare comunque fragili, deboli, indifesi e ci sentiamo insoddisfatti, insicuri.


Per sentirci forti, sicuri, coraggiosi, pronti ad affrontare il futuro che tanto desideriamo, dobbiamo chiudere col passato che tanto disprezziamo.
Per sopportare (o lasciar scivolare) il giudizio degli altri, gestire le critiche esterne o sentirci pronti a gestire qualsiasi fallimento arrivi a causa di una nostra fragilità, dobbiamo, innanzitutto, lavorare su queste.
Conoscere propri punti deboli e forti, vulnerabilità e virtù, insuccessi e successi ci aiuterà a far pace col passato e aprirci al futuro.

Finché saremo consapevoli di ciò che siamo oggi ed eravamo in passato, non avremo timore di mostrarci nei nostri peggiori difetti o di sbagliare.

Avremo fiducia in noi, nel futuro e nella certezza che, comunque vada, potremo migliorare.
Vero o no? Sei d’accordo? Fammi sapere nei commenti.

Alessandro.


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