Come affrontare un colloquio di lavoro? Consigli su cosa dire e come prepararsi
31 Gen 2019 - Spunti & Risorse
3 domande utili per prepararsi
Una mia amica responsabile di un reparto aziendale, mi ha raccontato di avere assunto Luigi, un ragazzo con poca esperienza nel settore ma con tante altre capacità: “Ale, c’era un’altra ragazza, bravissima e con esperienza ma ho scelto lui. Mi è piaciuto il suo modo di approcciarsi e il ragionamento che ha proposto per la risoluzione di un problema da me posto”.
In questo articolo, offro le mie riflessioni sull’argomento. Ti porrò 3 domande utili a stimolare la tua creatività, a cambiare, ad affrontare un colloquio e, mi auguro, a superarlo come Luigi.
Cosa c’entra la creatività con le domande, il cambiamento, il lavoro?
Se ti stai chiedendo questo, forse sarai nuovo in questo blog. Qui intendiamo la creatività non solo il “saper fare arte”, creare borse, quadri o musica. Non solo “saper inventare, immaginare”. La creatività non è solo questo ma è un’abilità che ti aiuta a creare la vita che desideri: realizzare un progetto, un’azienda o creare un gruppo di lavoro, in processi di teambuilding. Bisogna conoscerla e stimolarla.
Nel nostro caso, ci servirà per prepararsi e affrontare un colloquio di lavoro. Leggi gli altri articoli sulla creatività nel blog, puoi iniziare da qui > CREATIVITÀ: Perché tante domande stimolano la creatività?
A te che sei nuovo, ti spiego: scrivo questi articoli e lavoro come consulente, coach e formatore di persone e gruppi. Cerco ogni giorno di fare riflettere e ispirare le persone per aiutarle a raggiungere obiettivi di benessere e stare bene con noi stessi e gli altri: avere un lavoro o cambiare ciò che non ci valorizza, ci gratifica e ci soddisfa.
Torniamo a noi: quali domande per prepararsi a un colloquio di lavoro?
LE DOMANDE
- Quali le mie capacità passate?
- Quali problemi dell’azienda (o datore di lavoro o cliente) posso risolvere?
- Come posso dimostrare di avere capacità?
Rispondere richiede tempo ed energie che, secondo me, sprechiamo per due motivi principali:
- sotto-valutiamo noi stessi
- sopravvalutiamo gli altri.
E cosa succede?
SOTTOVALUTARE SE STESSI
Il ragionamento più frequente delle persone che si rivolgono a me (e anche miei amici) è questo:
Non ho esperienze e nemmeno una certificazione, non mi prenderanno mai.
Questo porta a sottovalutarci, sotto-stimarci, sottometterci. Esperienze negative, possono influire su questo: un licenziamento, un colloquio o un esame non superato possono distruggerci. È capitato anche a me: dopo un’esperienza di fallimento ho sprecato tempo ed energie ad incolparmi ripetendomi che avrei potuto fare diversamente.
Di solito ci concentriamo su quello che avremmo dovuto fare in passato: ma peccato sia ormai passato. È importante, invece, chiedersi:
Cosa dobbiamo e possiamo fare adesso per raggiungere ciò che desideriamo?
Altre volte, sprechiamo energie per dare la colpa agli altri e parlare di problemi invece che prenderci responsabilità e rimboccarci le maniche per trovare soluzioni.
Sottovalutarci rischia di ridurre le nostre energie: quelle poche che ci restano, le impieghiamo per lavori semplici, facili e poco gratificanti. Oppure per accontentarci del primo lavoro che ci capita.
E se ci preparassimo a gestire le nostre energie, cosa succederebbe? Fammi sapere dopo aver provato sulla tua pelle quello che ti sto suggerendo. Risponderò gratuitamente alla tua mail entro 3 giorni.
SOPRAVVALUTARE GLI ALTRI
In certi casi, sopravvalutiamo gli altri, ripetiamo in continuazione, ad esempio, che “quell’azienda è tra le migliori, che sicuramente cercherà persone più brave di noi e che strumenti e metodi utilizzati sono troppo recenti e all’avanguardia rispetto a noi e ai nostri studi”.
Sopravvalutando gli altri, poniamo noi stessi su un gradino inferiore o perlomeno possiamo dare questa impressione.
Altro esempio, scriviamo nelle email “allego CV non aggiornato” oppure non scriviamo nulla, nemmeno un “buongiorno, sono tizio, abile a fare questo e posso esservi utile a…”. Invece di passare per persone sincere, oneste o umili, veniamo percepiti come svogliati, insicuri o poco interessati ad avere un lavoro e dare il meglio di noi. Ed essere felici.
Chi è davvero interessato ad avere un lavoro si prepara al meglio e non improvvisa. Non può nemmeno limitarsi ad inviare CV a iosa o a delegare tutto alle agenzie. Non può farlo perché non funziona più oppure perché lo fanno tutti e tu non puoi far parte di tutti. Dovrai differenziarti e farti notare per quello che sei e puoi offrire agli altri. Si fa notare chi si ferma, pensa, anticipa, pianifica e agisce mettendoci la faccia al 100%, in carne ed ossa.
Ricordi questo video? Quel giorno mi sono fermato, ho pensato, anticipato e poi agito. Cioè mi sono preparato e da ottobre lavoro almeno due giorni a settimana con loro.
(Questo è un video e se clicchi play e allarghi lo schermo, lo vedrai meglio).
Se non lo vedi clicca qui.
La stessa cosa accade per chi vuole conquistare una persona: si fa bella per andare alla festa o al bar dove è sicura di incontrarla. Oppure, chi vuole risolvere un litigio, si fa un’idea di cosa dire e come dirlo, senza peggiorare la situazione. Come disse un mio compagno di scuola a 15 anni e altri prima di lui:
Prima pensa e poi parla perché parole poco pensate portano pentimento.
Per concludere, sopravvalutando gli altri e sottovalutando se stessi si va poco lontano e rischiamo di farci conoscere per quelli che non siamo. Rischiamo di essere imbarazzati e sempre impacciati, risultando poco interessanti. Se il tuo obiettivo è questo, allora ok.
Se hai altri obiettivi, una minima preparazione e un po’ di esercizio, ti aiuteranno: a dare il meglio di te, a non fingere, senza risultare impacciato o imprudente.
Mal che vada, sembrerai un po’ rigido ma preparato, concentrato e ben organizzato e questo sarà solo un pregio, un punto a tuo favore.
PREPARARSI A UN COLLOQUIO
Ci sono libri, recruiters, responsabili di risorse umane che hanno scritto teorie e “trucchetti” come se fossero bibbia, verità assoluta. Oppure formatori che spiegano le regole per una “comunicazione efficace”. Io non voglio essere tra questi.
Senza vendere falsi trucchetti magici, ti offrirò e condividerò ciò che ho studiato e sperimentato nella mia vita: ciò che ha funzionato per me e per le persone con cui lavoro. Se vuoi suggerire qualcosa, aggiungilo nei commenti e ti saremo tutti grati.
L’esperienza che farai sulla tua pelle, come sempre, ti sarà di aiuto più di tutto ciò che troverai scritto qui: questo è il mio unico mantra, precetto. Quasi un obbligo che voglio esprimere con tono un po’ arrogante ma con il cuore: AGISCI !
VALUTARE SE STESSI, GLI ALTRI E PREPARARSI.
Ecco tre domande che ti aiuteranno a valutare cosa dire, a chi e come.
1. Quali sono le mie competenze tecniche e umane?
La prima domanda esplora due ambiti: il cosa sai fare di quel lavoro e il come ti approcci alla vita e al lavoro.
Il cosa sai fare riguarda competenze tecniche, le prime da conoscere, le prime che valuteranno per scegliere di assumerti. Ad esempio, se vuoi fare la segretaria, dovrai conoscere e sapere usare un pc e alcuni programmi alla perfezione.
Il come ti approcci al lavoro, alle difficoltà, ai colleghi, allo stress e al capo, invece, sono competenze umane. Fanno la differenza, più di altre capacità tecniche, certificati o esperienze passate. Ti faccio una domanda: tu lavoreresti mai con persone super competenti e brave ma che si arrabbiano facilmente, si lamentano, fanno dispetti, ti interrompono mentre parli, guardano sempre le notifiche del cellulare e sono pessimiste?
Io posso aiutare queste persone a migliorare, crescere e cambiare ma non potrei mai lavorarci assieme.
Desideriamo tutti lavorare con persone gentili, collaborative, rispettose, ottimiste e in grado di relazionarsi agli altri. Tutti cerchiamo lavoratori in grado di gestire le proprie emozioni e comunicare efficacemente i propri bisogni, delle Persone con la P maiuscola. Persone in grado di proporre idee, di cercare soluzioni piuttosto che aggiungere problemi a quelli che già esistono.
Queste abilità si imparano con esperienze di vita: lavori, tirocini, volontariato, libri, corsi e persone che ci circondano. Non si imparano sul divano o nel posto in cui stiamo male.
Se vuoi restare aggiornato sui miei corsi futuri o su occasioni per sviluppare queste abilità, seguimi sulla mia pagina facebook qui.o Linkedin qui.
2. Quali problemi dell’azienda posso risolvere con le mie capacità?
Seconda domanda. Anche le aziende hanno problemi e cercano qualcuno in grado di risolverli. Risolvere problemi significa lavorare meglio, guadagnare di più e avere più clienti soddisfatti.
Conoscere quali sono i problemi di quell’azienda, ti aiuta a concentrarti sulle possibili soluzioni da proporre a chi ti intervisterà. Se durante il colloquio dimostrerai di conoscere e sapere risolvere questi problemi, farai una buona impressione e forse ottima. Come conoscere i problemi? Fai una ricerca sull’azienda, leggi articoli sull’argomento, chiedi a persone che lavorano già nell’ambito e in azienda. Oppure, come spesso mi è capitato, sfrutta il colloquio o l’intervistatore. Senza essere invadente o sembrare furbo, usa domande strategiche ponendo domande aperte. Ad esempio: “Qual è una tipica situazione complessa o difficile da risolvere in cui dovrò intervenire?.
Passiamo alla terza e ultima domanda da porsi prima di un colloquio.
3. Come posso dimostrare le mie capacità?
Oltre a problemi da risolvere, le aziende hanno bisogno di persone valide. Cioè persone che danno valore all’azienda con le loro abilità tecniche e soprattutto umane (chiamate trasversali o soft skills). Come dimostrarle? Ti suggerisco due strategie: aggiorna il CV e raccogli referenze e recensioni.
AGGIORNA CV: Nel tuo CV o portfolio, non dimenticare di inserire tutte le tue esperienze passate e ciò che hai imparato come risolvere problemi, lavorare in gruppo, gestire il tempo, gestire le emozioni, lo stress e tante altre.
A tal proposito, ti consiglio il nuovo programma Europass online, è di grande aiuto e puoi trovarlo qui.
REFERENZE E RECENSIONI: lettere di referenza da parte di datori di lavoro o clienti passati, fanno un’enorme differenza: ti aiutano a di-mostrare (senza ostentare o vantare) chi sei, cosa sai fare, quali problemi risolvi e qual è il tuo valore. Sarà difficile fidarsi di te come è difficile fidarsi di un ristorante senza recensioni su Trip Advisor o di un venditore su Ebay senza feedback.
Non sai come dimostrarle e non conosci nessuno che può parlare bene di te? Non preoccuparti: come per Luigi, durante il colloquio è probabile che ti chiederanno di risolvere un problema. Vorranno sapere come pensi, come agisci, come reagisci in una specifica situazione. Luigi è stato preso per questo, la mia amica dice:
Gli ho dato un problema da risolvere anche se non aveva mai utilizzato il nostro programma. Mi è piaciuto come ha ragionato e come ha reagito: è stato calmo, senza agitarsi. Mi ha posto domande per avere altre informazioni e imparare. Io gli ho spiegato alcune cose. Lui ci ha pensato e ha provato a risolvere il problema.
Se non ti chiedono nulla, chiedi tu stesso di metterti alla prova davanti a un classico problema da risolvere o lavoro da svolgere.
Se ti interessi agli altri, gli altri si interesseranno a te.
Poi, ci sono tanti altri aspetti da considerare e su cui prepararsi per un colloquio. Ne parlerò in altri articoli oppure durante i miei corsi.
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Buona preparazione,
Alessandro
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Tag:affrontare un colloquio, cambiamento, lavoro, prepararsi